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Doodle Ecommerce Jungle
Season 01 Episode 12

Fiscalità ecommerce: guida pratica per merchant – con Nicola Salgaro

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Quando si parla di ecommerce, spesso si pensa subito a piattaforme, performance, customer experience e strategie di marketing. Ma esiste un’altra faccia del business digitale, quella che si muove dietro le quinte: la fiscalità. Ed è proprio qui che molti merchant rischiano di inciampare.
In questa puntata di Ecommerce Jungle abbiamo invitato Nicola Salgaro, commercialista esperto in fiscalità digitale e fondatore di Strategia&Impresa, per fare chiarezza su tutti gli aspetti fiscali legati alla vendita online, dentro e fuori dai confini italiani.

Vendere online: da dove si parte?

Vendere tramite ecommerce non è un’attività preclusa, ma è tutt’altro che improvvisabile. Prima di tutto, è fondamentale inserire l’attività di vendita online nell’oggetto sociale (se si opera con una società) o aprire un codice ATECO specifico (per ditte individuali). A ciò si aggiungono gli adempimenti verso la Camera di Commercio e il Comune di riferimento. È l’equivalente digitale dell’apertura di un negozio fisico.

Vendite in Italia: attenzione alla forma giuridica e al cliente

In Italia, la fiscalità ecommerce cambia se si vende in ambito B2B (business-to-business) o B2C (business-to-consumer). Nel B2B l’emissione della fattura è sempre obbligatoria, mentre nel B2C si può tenere un registro dei corrispettivi elettronico, salvo richiesta esplicita della fattura da parte del cliente.
Anche se le vendite digitali possono sembrare snelle, la gestione amministrativa va pianificata e coordinata con strumenti adeguati. Chi è abituato a vendere solo B2B spesso sottovaluta l’impatto del B2C sull’ufficio contabilità, specialmente in termini di gestione degli scontrini, IVA e resi.

Ecommerce e vendite in Europa: OSS e IVA nei Paesi di destinazione

Per chi vende verso altri Paesi dell’Unione Europea, dal 2021 vige una soglia unica di €10.000 annui. Superato questo limite, l’IVA non si versa più in Italia, ma nel Paese in cui avviene la consegna. A questo scopo, è stato introdotto il sistema OSS (One Stop Shop), una piattaforma che semplifica il versamento dell’IVA estera attraverso l’Agenzia delle Entrate.
Senza OSS, invece, si è costretti ad aprire una partita IVA locale in ogni singolo Paese estero in cui si superano le soglie: una gestione onerosa e complessa.
Inoltre, le aliquote IVA variano da Paese a Paese, e vendere a prezzo unico in tutta Europa può compromettere i margini se non si tiene conto delle differenze fiscali.

Extra-UE: dogana, dazi e codice HS

Quando si vende fuori dall’Unione Europea, entra in gioco la dogana. Serve emettere una fattura proforma, utilizzare il codice HS (Harmonized System) per la classificazione dei prodotti, e prepararsi all’eventuale pagamento dei dazi doganali.
È possibile scegliere se far ricadere il costo dei dazi sull’utente finale o assorbirlo nel prezzo di vendita. Ma attenzione: alcuni prodotti possono essere soggetti a normative restrittive nei Paesi di destinazione (es. cosmetici, elettronica, alimentari).

Omaggi, resi, spedizioni: l’amministrazione non dorme mai

L’amministrazione ecommerce deve gestire anche aspetti meno evidenti ma fondamentali:

  • Omaggi: sono fiscalmente rilevanti se superano i 50€, vanno dichiarati correttamente e gestiti tramite autofattura.
  • Resi e rimborsi: devono essere tracciati e, a seconda della casistica (reso per danno, errore, ripensamento), trattati fiscalmente con nota di credito, storno o risarcimento.
  • Spedizioni: gratuite o a pagamento, vanno fatturate con attenzione, tenendo conto dell’aliquota IVA diversa rispetto al prodotto spedito

Marketplace o ecommerce proprietario?

Vendere tramite marketplace come Amazon o Zalando semplifica molte incombenze fiscali: le piattaforme si occupano di gestire l’IVA e le dichiarazioni nei vari Paesi. Tuttavia, il prezzo da pagare è alto: le commissioni possono arrivare fino al 50% del margine. Una scelta ottima per iniziare o testare un mercato, ma non sempre sostenibile a lungo termine.

L’intelligenza artificiale può aiutare?

Sì, ma va usata con intelligenza. Oggi molti software di contabilità integrano strumenti di AI per supportare l’interpretazione normativa e l’analisi contabile. Tuttavia, la supervisione di un professionista esperto resta fondamentale. L’AI dà buone risposte, ma solo se le domande sono formulate nel modo giusto.

Conclusione: fiscalità ecommerce, meglio non improvvisare

Vendere online è un’opportunità straordinaria, ma richiede pianificazione fiscale, conoscenza normativa e organizzazione amministrativa. Dalla scelta del codice Ateco alla gestione dei dazi, ogni dettaglio impatta sui costi, sulla marginalità e sulla sostenibilità del business.

Ascolta l’episodio completo di Ecommerce Jungle con Nicola Salgaro per scoprire come affrontare la fiscalità ecommerce con metodo, competenza e visione.

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